TURISMO LUNGO LINEA: PERLE, FILO E COLLANA

Mar 1, 2021 | Ricerca, Storie

Una possibile risposta alla fragilità economica dei territori interni può venire dal turismo, purché questo non si configuri come il turismo classico che è solito invadere le destinazioni di massa per periodi limitati dell’anno, alimentando sì le economie locali ma imprimendo al tempo stesso impatti significativi sull’ambiente, stressato da un sovrappopolamento temporaneo le cui ricadute sono tuttavia permanenti.

I territori interni iniziano a intravedere in un turismo diverso da quello tradizionale, fatto di percorsi, vie, strade, sapori e sentieri, importanti opportunità per le economie locali, come afferma nella videointervista riportata in calce Davide Riccoboni,  Sindaco del Comune di Albareto (intervistato in occasione del workshop TWIN dello scorso 212223 ottobre). Insieme alla sua comunità, Riccoboni vuole creare nuove condizioni di accoglienza capaci di intercettare e alimentare un turismo itinerante.

Che un nuovo turismo – quanto più possibile destagionalizzato, come sottolinea Antonio Manari, Sindaco del comune di Ventasso (anche lui intervistato nel workshop, vedi il precedente post) – possa essere una leva di riscatto per territori fragili, sta diventando sempre più una consapevolezza diffusa tra coloro che amministrano piccoli comuni lontani dai grandi centri, immersi nella natura e ricchi di bellezze paesaggistiche e tradizioni da riscoprire, insieme a qualche manufatto di pregio architettonico da visitare.

Questa visione è coerente con quanto propone il progetto TWIN, che tuttavia vuole far compiere a questi piccoli centri un salto di scala, proiettandoli entro una visione di linea: proprio in questo sta il grande valore aggiunto di un progetto di territorio che decide di appoggiarsi ad una linea.

Una metafora può aiutarci a cogliere meglio questa visione: una collana di perle è l’immagine che meglio rappresenta il progetto basato su lunghe linee lente.

Le collane sono fatte di un filo su cui, appunto, vengono infilate le perle, dando a queste nuova vitalità e nuova identità; singolarità che diventano un insieme grazie a un filo. Una grande opportunità per le perle che, da sole, non sprigionerebbero la bellezza del loro stare assieme. I nostri territori sono cosparsi di perle e gemme: boschi, castelli, monumenti, palazzi, antiche mura, piazze, interi borghi, villaggi rurali, cascine, edifici idraulici, alberi monumentali, piantate, filari, chiesette, edicole, basiliche, abazie, campanili, musei, caserme, cibi, poesie scritte su un muro, teatri, osterie, ponti, pavimenti antichi e via di questo passo. Perle disperse sul piano territoriale come potrebbe essere dispersa una manciata di biglie su un tavolo. (Pileri, 2020, Progettare la lentezza).

Se una lunga linea lenta tornasse a collegare queste perle facendo riemergere quei fili che in passato già univano i nostri territori allora vissuti ad un’altra velocità, questa diverrebbe la riga sulla quale ricucire un racconto spezzato dal tempo, dalle alte velocità, dall’abbandono e dall’urbanizzazione.

La linea insieme con la lentezza, inanellando le perle e le proiettandole in una geografia più ampia, ha la capacità di trasformare gli spazi in luoghi e di restituire loro vitalità. Perché questo accada e perché produca i benefici di cui è capace, c’è però bisogno di un progetto di territorio, fatto di urbanistica, di architettura, di ingegneria e di società. A questo vuole contribuire il progetto TWIN, e per questo ha scelto come campo di prova il territorio appenninico sul confine tra Liguria, Emilia Romagna e Toscana: un crocevia di linee lente (Sentiero Italia CAI, Alta Via dei Monti Liguri, Via degli Abati, Via Francigena, Via Matildica del Volto Santo) che è una straordinaria opportunità per immaginare un progetto che faccia del turismo lento occasione di riscatto dalla fragilità nelle sue diverse sfaccettature. Fragilità di un territorio soggetto all’abbandono, fragilità delle tante persone che ancora lo abitano e che hanno bisogno di economie delle quali vivere, fragilità di chi è meno fortunato a causa di forme diverse di disabilità e ha bisogno di occasioni di inclusione sociale. L’inclusione sociale potrebbe diventare un elemento strutturale del progetto di territorio che fa del turismo lento lungo linea la sua essenza.