TWIN: UNA CASA IN CERCA DI CASA

Feb 16, 2021 | Ricerca

La casa di TWIN ha bisogno di concretizzarsi in un luogo fisico: all’interno di un edificio inutilizzato, di una stanza vuota o sotto un porticato. Ma dove andare a cercare questi spazi?

I sevizi di accoglienza che vogliamo attivare con il progetto TWIN potrebbero essere localizzati a ridosso delle grandi linee del turismo lento che attraversano l’Italia, in particolar modo nelle intersezioni tra questi tracciati. Spesso però questi percorsi sono costituiti da sentieri accidentati, che corrono lungo i pendii e non sono sempre di facile accesso. Queste condizioni renderebbero problematica l’applicazione del modello di accoglienza proposto, che prevede, come soggetti chiamati a gestire le microstrutture di accoglienza, proprio persone che potrebbero avere difficoltà motorie. È opportuno invece che i luoghi dove cercare spazi sottoutilizzati da adibire a punti accoglienza TWIN siano facilmente accessibili anche da persone con limitate capacità motorie e vicini a strade carrabili. Inoltre è opportuno che i primi prototipi del modulo di accoglienza siano realizzati in luoghi dove è già presente una qualche forma di presidio dello spazio: la presenza di attività come bar o esercizi di piccola ristorazione, la sede di una cooperativa o di un’associazione, un servizio pubblico o più semplicemente un alloggio abitato.

Sulla base di queste considerazioni, sono stati individuati più di quattrocento luoghi potenzialmente candidabili alla localizzazione del primo modulo abitativo all’interno dell’area di studio. Questi luoghi si trovano lungo l’Alta via dei Monti Liguri, La Via degli Abati, la Via Francigena, la Via Matildica e il Sentiero Italia, nei punti in cui questi cammini incrociano la viabilità carrabile secondaria e in presenza di nuclei abitati anche minimi.

Ma in quanti di questi luoghi sono disponibili le energie necessarie per attivarli? Un edificio da solo non basta, è necessario trovare anche le persone che vogliano curare i punti di accoglienza TWIN.

Per l’avviamento del servizio di accoglienza TWIN occorrono tante energie. C’è bisogno di un’amministrazione comunale che supporti la nostra iniziativa permettendoci di entrare a far parte della loro comunità, che metta a disposizione spazi idonei ad ospitare il modulo di accoglienza o che ci metta in contatto con altri enti o persone che offrano i propri spazi, ancorché inutilizzati, alla comunità. Occorre intercettare un ente gestore, come una cooperativa, o un’associazione, che sia capace di proporre un turismo rispettoso dei luoghi, coordinando il lavoro delle persone fragili coinvolte nell’erogazione del servizio di accoglienza. E occorrono le persone che accolgano il turista e si curino degli spazi adibiti all’ospitalità dei viandanti.

La vera priorità non è il luogo fisico, ma l’energia delle persone che possono riattivare quei luoghi, insieme alla possibilità di innescare sinergie tra tutte le parti di questo mosaico. Il luogo deve venire dalle persone, ed è solo lavorando con chi conosce abitanti e luoghi che la casa di TWIN potrà trovare finalmente casa.

Il nostro impegno si sta concentrando nel dialogo, nel far combaciare tutti i tasselli che permetteranno di attivare un piccolo luogo con un grande proposito: includere persone che soffrono di un disagio sociale all’interno di una comunità che dal turismo può trarre nuova linfa vitale, e che ancora conserva un profondo rispetto per i luoghi che abita.