RIPENSARE IL FUTURO DI TERRITORI FRAGILI. QUALE IDEA DI TURISMO?

Dic 1, 2020 | Ricerca, Video

Le linee lente rappresentano una straordinaria occasione sulla quale ripensare il futuro dei territori fragili.

TWIN ha scelto come proprio banco di prova una vasta area sul confine tra Emilia Romagna, Toscana e Liguria solcata da un crocevia di linee lente: il Sentiero Italia corre in cresta con direzione est-ovest, e viene attraversato da tre cammini di fede diretti a Roma, da est la Via degli Abati, la Via Francigena e la Via Matildica del Volto Santo, oltre che dall’Alta Via dei Monti Liguri. Un territorio che ha salvato la propria autenticità grazie al fatto di non esser stato travolto dal turismo di massa e che, per conformazione morfologica e collocazione geografica, è stato escluso dai circuiti dell’economia globalizzata alla continua ricerca di spazi di temporanea ospitalità nelle grandi città velocemente connesse tra loro. Un territorio che custodisce una storia e risorse paesaggistiche e ambientali straordinarie, oggi per lo più sconosciute.

La grande sfida per questi territori ruota attorno a due grandi domande.

Come ripensare il futuro di questi territori, nel rispetto delle risorse che sono riusciti a conservare? Sicuramente quel fascio di linee lente che innerva questa vasta area appenninica costituisce un’occasione unica per ripensarsi come parte di un sistema di rilevanza nazionale (Sentiero Italia CAI) e internazionale (i cammini di fede), e la lentezza può offrire nuove declinazioni di sviluppo a misura di questi territori. Aprirsi a un nuovo turismo può essere una strategia attraverso cui restituire dinamicità a territori in crisi, ma a quali condizioni?

La seconda grande domanda è, quindi, quale turismo? «Il turismo è qualcosa di complesso, mutevole e mai unico. Riguarda tanto l’uomo con le sue aspettative, quanto l’economia di un Paese, quanto l’ecologia di un territorio, quanto l’idea che una società ha e offre di sé ad altri» (Pileri, 2020, Progettare la lentezza). Non basta etichettare il turismo come lento per scongiurarne declinazioni insostenibili: non si può lasciare nulla al caso, occorre mettere a fuoco quale idea di turismo si vuole perseguire per il proprio territorio. La risposta a questa domanda è tutt’altro che semplice e richiede capacità di visione, se a partire dal turismo lento si vogliono immaginare nuove declinazioni di sviluppo capaci di generare occupazione ed economie in territori fragili, nel rispetto dei valori che questi luoghi sono riusciti a conservare.

Lucia Baracchini, sindaco di Pontremoli, si è posta questo interrogativo e attorno a questa domanda sta cercando di immaginare nuove traiettorie di sviluppo per la sua città. Il suo sforzo e il suo impegno ci auguriamo possano diventare la voce corale con cui i Comuni di questa vasta porzione appenninica ripenseranno il proprio futuro, riconoscendosi perle di collane i cui fili sono quei fasci di linee che innervano questi territori. Una simile visione permetterà loro di compiere un salto di scala, attivando processi virtuosi basati sulla cooperazione.