LA COOPERATIVA NELLA COMUNITÀ

Gen 21, 2021 | Best practice, Storie

La Valle dei Cavalieri è molto più che una cooperativa sociale, è una cooperativa DI comunità e PER la comunità. Un attributo, per ora, che ancora non trova riscontro nella normativa che regolamenta il funzionamento di questo tipo di cooperative, ma che fa la differenza rispetto a una semplice cooperativa sociale.

Nel 1991 a Succiso, piccolo borgo dell’appenino emiliano, chiude l’ultimo bar, il centro civico e la ex scuola sono in stato di abbandono, rimane operativo solo l’ufficio postale. In questa desolazione, Dario Torri, insieme alla pro loco, decide di cercare una soluzione per il suo paese. Inizia a prendere piede un’idea: creare un presidio di servizi, un punto di riferimento lavorativo per i giovani della valle – nell’ottica condivisa con il Comune di frenare lo spopolamento della zona – e insieme un’occasione di innescare un’offerta turistica per un’area di grande interesse ambientale, in un territorio non certo facile per lo sviluppo di attività imprenditoriali. Nasce così la Valle dei Cavalieri: nel 1993 apre il ristorante; nel 1997, grazie all’acquisto e al recupero di un vecchio fabbricato, viene allestito un allevamento di pecore per la produzione del pecorino; nel 2004 si giunge a inaugurare una struttura agrituristica con 6 camere e 16 posti letto (oggi diventati 25). Il successo di questo progetto è conosciuto in tutto il Nord Italia. Oggi la Valle dei Cavalieri, a 25 anni dalla sua nascita, ha generato un modello di cooperativa di successo e replicabile, di cui la multifunzionalità è il maggiore punto di forza: un ristorante, un bar, un agriturismo, una rinomata produzione a filiera corta del pecorino, 7 dipendenti fissi e 6 stagionali (di cui 3 disabili), e collaborazioni con i comuni limitrofi e con il Parco Nazionale dell’Appennino con progetti didattici che coinvolgono fino a 1700 studenti l’anno.

La Valle dei Cavalieri ha immaginato e tracciato un percorso prima inesistente, quello delle cooperative di comunità, che sono molto di più di una cooperativa: presidio, azienda, insieme di servizi, occasione di lavoro e opportunità di inclusione per persone in difficoltà. Tutto questo sta facendo scuola, insegnandoci prima di tutto che la forza di volontà e l’impegno di una comunità locale nel reinventarsi possono essere il vero e principale strumento di rigenerazione dei territori marginali in via di spopolamento.